sabato 30 marzo 2013

Premio Liebster Award

  Cari lettori,
sono molto contenta di aver ricevuto dal blog Sognando Pagine questo premio, ringrazio di cuore Aryanne per aver pensato a me ^_^ e mi scuso per non aver trovato il tempo di scrivere questo post prima di oggi.

Il liebster blog award è un premio, ideato in Germania, che viene assegnato a blogger meritevoli con meno di 200 followers.


Le regole da seguire:
-ringraziare i blog che ti hanno assegnato il premio, citandoli nel post
-rispondere alle 11 domande poste dal blog stesso
-scrivere undici cose su di te
-premiare a tua volta 11 blog con meno di 200 followers
- formulare altre 11 domande a cui i blog dovranno rispondere
-informare i blogger del premio assegnato.


Ecco le mie risposte alle domande del Blog Sognando Pagine:

1. Che tipo di lettura ti piace di più?
Paranormal romance e distopici, ma leggo di tutto, se una storia è ben narrata è sempre un piacere leggerla.  
2. Se tu potessi interpretare un personaggio di un romanzo per farne il film, chi vorresti essere?
Vorrei essere Theta di La Stella Nera di New York, di Libba Bray anche se non sono così bella come il personaggio nè ballo altrettanto bene ^_^, ma dettagli.

3. C'è una storia che ti ha colpito più di tutte?
1984 di George Orwell, un classico talmente attuale da riuscire a mettermi in crisi durante la lettura. E' un libro ricco di spunti e riflessioni, impone al lettore un percorso difficile e di rottura con il pensiero comune, è folgorante, un vero capolavoro.  
4. C'è un luogo in cui preferisci leggere?
La sera, distesa sotto le coperte, una meraviglia. Ma è anche vero che quando un libro mi cattura, leggo un pò ovunque anche in fila alla cassa del supermercato :D  
5. Leggi solo in italiano o anche in altre lingue?
Ho da poco preso l'abitudine di leggere in lingua inglese, ma sono terribilmente lenta. Non avendo una piena padronanza mi perdo le sfumature e la cosa mi secca alquanto, ma piano, piano migliorerò.  
6. Qual'è il personaggio dell'altro sesso che hai amato di più?
Difficile in molti hanno rubato il mio cuore, ma se devo scegliere Ky di Matched, Ally Condie.  
7. Qual è il tuo prossimo titolo in wishlist?
La Bambina senza cuore, di Emanuela Valentini.  
8. Quanto ti influenza la copertina nella scelta di un libro?
Quando compravo solo il cartaceo parecchio, adesso che leggo quasi esclusivamente in digitale poco, contano di più le recensioni che leggo.
 
9. 8 blogger su 10 hanno recensito negativamente un libro che volevi leggere da un po' di tempo, lo leggi comunque?
Se dopo aver letto le recensioni mi resta la curiosità sì. Credo che l'opinione su un libro sia molto personale e che le recensioni aiutino a capire se un libro è nelle proprie corde più che a sconsigliarne l'acquisto e la lettura.  
10. Leggi i classici?
Sì, non quanti ne vorrei perchè sono letture intense e richiedono energia e tempo, al momento ho penuria di entrambe.  
11. Edizione in copertina rigida, edizione economica o edizione digitale?
Digitale. Ormai ho varcato la soglia e sono diventata una lettrice di ebook, mi piacerebbe solo vedere le case editrici puntare seriamente su questo mercato sfruttando le potezialità del digitale a pieno. Non solo testo ma anche immagini, video, musica...sarebbe fantastico ed usciremmo da questa dicotomia carta o digitale. Di fatto sono due prodotti diversi.


Ecco le 11 domande a cui dovranno rispondere i premiati:
1. Il genere che leggi di più?
2. Il genere a cui giri alla larga entrando in libreria?
3. Ricordi un libro di cui sei rimasta piacevolmente sorpresa/o del tipo: "questo non lo leggerò mai" e invece era bello?  
4. Qual è il tuo libro del cuore?
5. E la serie preferita?
6. Devi andare in un'isola deserta e puoi portarti solo dieci libri, quali scegli?
7. Descrivi che cosa provi quando acquisti il libro desiderato.
8. Leggi i classici?
9. Ricordi quando e perchè ti sei appassionato/a alla lettura?
10. Leggi in carta o in digitale?
11. Pensi che gli ebook soppianteranno la carta?

Ed ora i blog che premio:
1. booksfollia
2. booksreviews
3. Holly girls
4.Gillyinbooksland
5.La bella e il cavaliere
6.Lost in a real good book
7.My secret diary
8.Storiedinottisenzaluna
9.Little Princess Book
10.Tera's bookshelves of doom
11.The secret door
 
Sò che alcune blogger hanno già ricevuto il premio, ma consideratelo come un segno della mia passione per i vostri blog ^_^ 
 

martedì 26 marzo 2013

recensione: Chaos di Lauren Oliver

Buondì lettori,
devo dire che sono un pò dispiaciuta, forse le mie aspettative erano troppo elevate dato l'innamoramento per Delirium, il primo libro, ma Chaos mi ha deluso. 
Non ho letto altre recensioni proprio per evitare d'incappare in inavvertiti spoiler, questa per me era una sorta di "lettura sacra" allo stesso modo di una finale di mondiale, anche se a me il calcio non interessa.
Certo le premesse non sono delle migliori ma andiamo con ordine. 






Scheda Tecnica:

Titolo: Chaos
Titolo Originale: Pandemonium
Autore: Lauren Oliver
Editore: Piemme Freeway
Prezzo: 9,99 euro
Versione letta: ebook



Trama:

Nel mondo di Lena l'amore è bollato come delirium, una terribile malattia che va estirpata da ogni ragazzo. Lena non vede l'ora di ricevere la cura, perché ha paura di innamorarsi, ma proprio il giorno dell'esame conosce Alex, un ragazzo bellissimo e ribelle. L'amore tra Lena e Alex cresce ogni giorno di più, fino a che i due innamorati non decidono di scappare nelle Terre Selvagge. Ma purtroppo i piani non vanno come previsto... Lena si ritrova sola, senza Alex, che è rimasto dall'altra parte della rete, e senza la vita che conosceva. Vuole dimenticare quello che è successo, perché ricordare fa troppo male. Adesso è il tempo di farsi nuovi amici ed è il tempo di unirsi alla ribellione: contro chi vuole estirpare la possibilità di amare dal cuore di tutti gli uomini e contro chi le ha portato via Alex...

Il mio pensiero:

Avevo una grande aspettativa riguardo il sequel di Delirium, l'unico libro della Oliver che ho letto, ma alla fine di questa lettura mi sono sentita come un'assetata che dopo una grande corsa trova una lattina, sta per aprirla e le resta in mano la linguetta. 
Paragone azzardato e poco comprensibile, ma è la sensazione che ho avuto ieri sera alla fine del libro. Tutto questo è sicuramente frutto delle mille alternative che mi ero immaginata nei mesi di attesa per la pubblicazione di Chaos, rimane il fatto che a tratti mi sono annoiata, a tratti ero un pò arrabbiata perchè dell'originalità di Delirium, in Chaos, è rimasto poco. 
Certo sto parlando della Oliver, una grande autrice, quindi il livello della narrazione è sempre alto, ma proprio perchè ha abituato i suoi lettori a standard elevati mi sono sentita un pò delusa. 
La sensazione è stata quella di una stesura frettolosa, alcuni punti sono un pò trascurati, poco bilanciati, ma in particolare questo secondo libro è tutto una fuga. E scappare per quattrocento pagine insieme a Lena è faticoso. 
L'autrice ci aveva lasciato con un finale da cardiopalma: Lena oltre la recinzione e Alex ferito a morte dai Regolatori. 
In Chaos la narrazione è divisa in due: Prima e Adesso. I flash narrativi del Prima raccontano cos'è successo a Lena all'arrivo nelle Terre Selvagge; quelli di Adesso raccontano Lena di nuovo in mezzo a "Zombieland" come infiltrata della Resistenza. 
Questa forma è interessante e mi è piaciuta molto, anche se all'inizio è necessario farci l'abitudine. Sono continui salti temporali alternati che, immagino, sono stati molto impegnativi per l'autrice, il rischio di confondersi era alto.
Quello che mi ha colpito in negativo è l'abisso tra la Lena di Delirium e quella di Chaos. Certo è scappata, certo deve lottare con le difficoltà delle Terre Selvagge, ma è come se fosse un personaggio nuovo, completamente diverso, talmente indurito da non riconoscerlo. La Lena di Delirium mi è mancata e si rivede solo alla fine di Chaos
Per il resto il libro è una fuga da un campo base all'altro alla disperata ricerca di cibo, una guerra tra la Resistenza e i Regolatori. Lena è un pò una "rambo" al femminile, impara a sparare, ad usare il coltello, ad uccidere, ad infiltrarsi nelle case, a lottare contro i regolatori. E in certi momenti più che un distopico sembra un film d'azione americano con la A maiuscola. Troppo!
Il libro è sbilanciato sull'azione e penalizza il resto, Lena si lascia coinvolgere di nuovo da un ragazzo, non vi dirò chi per non rovinarvi la lettura, ma anche questo è frettoloso quasi forzato. Il lettore era rimasto all'amore travolgente e totalizzante per Alex. Forse è proprio la mancanza di Alex a renderlo debole. 
Per quanto riguarda la ricerca della madre di Lena dovrò aspettare il terzo libro, in questo viene solo sfiorata. Il finale è ancora una volta a sorpresa, ma non è crudele, posso anticipare questo per non rovinare la lettura a nessuno :D
Nel complesso è sempre un buon libro, parliamo della Oliver in fondo, ma non era quanto mi aspettavo. Spero nel prossimo. 
 

giovedì 21 marzo 2013

Intervista a Francesca Verginella, autrice di Luna e Hope Alaska



Cari lettori,
prima di tutto scusate se sono stata poco presente in questi giorni ma ho ripreso a scrivere ed il tempo è sempre quello che è ^_^; detto questo vi ho già parlato di quest'autrice recensendo uno dei suoi titoli: Hope, Alaska. Ecco dopo averlo letto mi è venuta la curiosità di conoscerla meglio e dalla nostra chiacchierata è nata una piccola intervista. 

Conosciamo meglio Francesca Verginella ... 


Nota Biografica:

Scrivo dall'età di 19 anni: il mio primo romanzo (il mio preferito) è stato un fantasy, pur non essendo io una grande lettrice di questo genere. Poi sono venuti i corti ed altri romanzi che si ispirano alla vita contemporanea. Ho partecipato a qualche concorso letterario, ma non ne ho vinto nessuno. Ho cercato allora di farmi conoscere dalle case editrici (grandi e piccole), anche passando per le agenzie letterarie. Le valutazioni erano solitamente buone, ma ho sempre rifiutato di pagare per essere pubblicata. Negli anni ho capito un paio di cose sull'editoria e così ho rinunciato. Poi ho letto di Smashwords su un giornale ed ora sono qui, grazie anche a mio marito (perchè io e i computer veniamo da due Universi diversi, paralleli, che mai si incontreranno). Ho altri romanzi che aspettano di essere completati ed ora ho trovato un nuovo stimolo per proseguire il mio lavoro. Spero vi piaceranno.
 
Intervista:





1) Visitando il tuo sito ho visto che sei una persona poliedrica: scrittura, artigianato, cucito, cucina; come riesci a coniugare tutto?

R) Sono tutti interessi che sono nati in momenti diversi della mia vita. Quello che chiamo artigianato, quando a 6 anni pasticciavo con colori, dash, perline, ecc. mia madre lo chiamava far cianfrusaglie. In realtà mi piaceva fare regalini ai miei amici per natale o i compleanni, una scatolina con le iniziali, una collana, degli orecchini, una statuina in tema. Oppure un enorme torrone dipinto su un pezzo di marmo per il mio amico che lavorava nella fabbrica di torroni e che di torroni non ne poteva più. Poi ho scoperto la cucina, grande passione di mia madre, che con amore me l'ha insegnata. Oggi, come mamma e moglie, ho la possibilità mettere in pratica quotidianamente quello che prima era solo un momento di creatività culinaria. Attorno ai 15 anni ho imparato a cucire, inizialmente più per necessità che per piacere: dovevo sempre accorciare l'orlo dei miei jeans. Poi però, visto che il sangue non mente (mia nonna è sarta), mi è nata la passione ed ho finito, molti anni dopo, con il cucire il mio abito da sposa. La scrittura l'ho amata da subito, ovviamente prima solo da lettrice, e mi sono sempre piaciuti generi letterari molto diversi tra loro. A 19 anni ho scoperto di essere capace anche di scrivere libri: è stata una sorpresa, ma anche un amore a prima vista.

2) La tua passione più forte è la scrittura? Cosa significa per te scrivere?

R) La scrittura è certamente la mia passione più grande. Quando ho incontrato la scrittura ero giovane e, inizialmente, non sapevo che quello che avevo iniziato sarebbe diventata una fantastica avventura che continua ancora oggi. Per me è una grande valvola di sfogo, un luogo in cui incanalare tutta la mia fantasia ed energia che nella vita reale a volte non riesco ad esprimere totalmente. Certo, quando ho iniziato pensavo che tutto quello che scrivevo sarebbe poi rimasto nel mio cassetto. Al massimo avevo immaginato che uno o due amici lo avrebbero letto. Avere pubblicato i miei libri, oggi, mi rende molto orgogliosa e motivata a proseguire con questa mia passione.

3) I tuoi libri appartengono a genere diversi, quale preferisci?
R) Mi stai facendo una domanda alla quale non è facile rispondere. "Luna", il fantasy, è stato il mio primo libro. Scritto a penna sui quaderni. Sudato e travagliato, ma allo stesso tempo genuino e istintivo. L'ho scritto in un momento particolare della mia vita e non può non occupare uno spazio particolare nel mio cuore. "Hope, Alaska" è stato il secondo libro che ho scritto (il primo scritto direttamente al computer). In un certo senso rappresenta una sfida con me stessa: dopo averne scritto uno dovevo dimostrare a me stessa che sapevo scrivere anche altro. Inizialmente non ne ero così convinta. La storia raccontata ne "Le età di mezzo" riprende episodi reali della mia vita e di quella di mia madre. E' un libro che qualcuno ha giudicato troppo sentimentale, ma che per me è la sintesi del rapporto d'amore... l'amore con la A maiuscola. I racconti brevi sono schegge di folli pensieri che inizialmente mi svegliavano la notte. A poco a poco ho riordinato quelle schegge in piccoli scritti ai quali sono molto legata. Da questi poi sono nati "Il Cerchio" e "Grigio", duplice risultato di un esperimento narrativo unitario. Mi chiedi dunque di scegliere chi amo di più tra i miei figli? Non ci riesco!

4) Leggendo “Hope, Alaska” si percepisce che scrivi da anni, la narrazione è ben padroneggiata, la mia curiosità riguarda l’ispirazione di questa storia, da dov’è nata?

R) Non ero ancora convinta di essere una vera scrittrice e temevo sinceramente di aver esaurito la mia vena artistica con "Luna". Poi ho letto di un concorso letterario, bisognava scrivere un romanzo rosa il cui limite era di circa 130 pagine. Mi sembra fosse organizzato addirittura dalla "Harmony" (sto parlando di cose del secolo scorso). Così ci ho provato, inizialmente con poco entusiasmo perchè non ero una lettrice di questo genere letterario. Invece mi sono sorpresa ad appassionarmi alla storia d'amore che avevo inizialmente delineato per sommi capi. La svolta arrivò quando mi venne l'idea di rivitalizzare un po' il clichè alla "Harmony" con una bella vendetta: volevo che la protagonista non fosse solo pronta alla rivalsa per un torto subito, ma anche che provasse un po' di gusto ad essere "cattiva" con chi se lo meritava. Da quel momento il libro si è scritto praticamente da solo e ho dovuto faticare per farlo rientrare nelle 130 pagine. Il risultato è stato quello che hai visto, abbastanza lontano dallo stile Harmony.

5) E la scelta di Hope come ambientazione?

R) Volevo dare alla storia una connotazione internazionale. Gli Stati Uniti sono stati subito la mia prima scelta perchè sono da sempre visti dagli italiani come un luogo in cui tutto può succedere, se uno davvero crede in quello che fa. Non volevo però la solita ambientazione di una megalopoli tipo New York (quella che vedevo in molti film e telefilm targati U.S.A.). Così ho scelto Boston (che piccola non è, ma è sicuramente meno sfruttata come scena di un libro) e poi ho privilegiato l'Alaska. Luogo che pochissimi conoscono bene (neppure io, lo ammetto) e che perciò potevo rivestire di mistero. Prima ho scelto il nome del paese , Hope (speranza) perchè credo che nel libro tutti i personaggi sono guidati dalla speranza di vedere i propri sogni (anche d'amore) realizzati. Poi ho scoperto che esiste davvero un paese con questo nome (che fortuna!). A cambiare poi la vita della protagonista è stata la natura selvaggia e la bufera di neve: una volta che sei bloccata in un luogo ristretto e senza alcuna possibilità di comunicare con l'esterno non puoi far altro che fare i conti con te stessa.

6) In questo libro sono ben dosati: passione, amore, rabbia e una rivincita tutta al femminile, quanto di Francesca c’è in Sara?

R) Molto. Anche io cerco nei legami affettivi (famiglia, marito, amici) una sorta di coperta in cui abbozzolarmi per sentirmi tranquilla e sicura. Per mia fortuna mi sono fidata di persone migliori di quelle che ha incontrato Sara: la poverina si è ritrovata la coperta stretta al collo. Fortunatamente non ho mai dovuto vendicarmi di qualcuno. Se qualcuno non si comporta bene nei miei confronti tendo a lasciar perdere anche perchè, fino ad ora, nessuno è riuscito a toccare profondamente i miei affetti più cari. Quindi non sono vendicativa, ma solo perchè mi è mancata l'opportunità. Credo però che le persone che fanno del male agli altri meritino di subire una punizione: almeno per essere messe in ridicolo ed espiare così le loro colpe, tra le risate di tutti. Insomma, Sara è riuscita ad esprimere quella sana cattiveria che io ho dentro di me, ma che non ho mai (ancora) avuto occasione di manifestare. 

Ringrazio Francesca per il tempo che mi ha dedicato.
 

venerdì 15 marzo 2013

recensione "HOPE, ALASKA" di Francesca Verginella

Buonasera Lettori,
per questo fine settimana che si avvicina voglio suggerirvi il libro di un'autrice italiana Francesca Verginella. E' una lettura adatta a questa fine di freddo inverno e sono certa che vi riscalderà come ha fatto con me. 
Ma passiamo alla recensione ^_^










 



Scheda tecnica:
Titolo: Hope, Alaska 

Autore: Francesca Verginella 
Pagine: 278 
Versione letta: ebook
Dove acquistarlo: www.smashwords.com/books/view/222204


 

Trama:

Sara Wood lavora in un’agenzia letteraria di Boston, alle dipendenze di Carl Goodwin. Sara, che si occupa della lettura e della valutazione dei romanzi inediti, si imbatte un giorno in un manoscritto piuttosto bizzarro nella forma ma geniale nei contenuti. Resasi subito conto dell’immenso talento dell’autore, Victor Wolf, convince il suo capo a metterlo sotto contratto. E’ l’inizio della vera fortuna per l’agenzia. Wolf, personaggio fuori dagli schemi, misantropo ed eccentrico, “sforna” un best-seller dietro all’altro. Subito prima di consegnare la seconda parte del suo ultimo lavoro Victor “scompare”. Sara, saputo che lo scrittore si è rifugiato a Hope, un piccolo paesino dell’Alaska parte alla sua ricerca. In questo romanzo è narrata la storia di una donna contemporanea appartenente alla classe media americana, una donna colta, sensibile ed insicura che si è “fatta da sé”. La sua interazione con il mondo circostante si basa su un misto di ingenuità, di luoghi comuni e di false certezze, false poiché date per scontate spesso perché comode. Solo affrontando la vita e le sue situazioni in maniera sincera ed intellettualmente onesta Sara ha l’occasione per crescere, per diventare una persona diversa, più serena ed in armonia con sé stessa. Questo percorso la porta alla serenità, all’equilibrio, non certo alla “santità”. Giudicando di aver subito un torto molto grave da parte di Carl, non rinuncia certo a prendersi la sua vendetta, ottenuta solo grazie ad una meticolosa preparazione. Il vero successo di Sara non è quindi l’essere diventata una persona buona e perfetta, ma bensì quello di essere diventata una persona migliore.



Recensione:

Quando sono stata contattata dall’autrice, lei mi ha messo di fronte alla scelta dei suoi titoli, molti e che potete vedere visitando il sito http://www.lacasadifrancesca.it/ . L’attenzione è caduta su questo titolo “Hope, Alaska”. Speranza Alaska?! Ho inizialmente tradotto nel mio pessimo inglese, poi mi sono accorta della virgola e che si parlava di un luogo chiamato Hope. Ormai il cervello si era messo in moto e già fantasticava di scoprire Hope e, parliamo chiaro, ad uno scrittore eccentrico e misantropo che scompare non riesco a resistere. E’ entrato così nella mia lista di lettura, l’ho letto velocissimo, mi è piaciuto, ma oggi mentre scrivo questa recensione mi trovo in difficoltà.

Come classificarlo?

E’ distante dal genere che leggo abitualmente e per questo non meglio o peggio, solo diverso. Lo stile è scorrevole, audace, adatto alla storia, a volte sensuale a volte da lacrimoni.

La sensazione che ho avuto mentre lo leggevo è che l’autrice si sia ispirata alle storie di Sophie Kinsella, anche se il registro non è comico, come in molti dei libri di Kinsella. Ma è anche una storia che con più equivoci potrebbe diventare soggetto di un film di Woody Allen.

Boston e l’Alaska al posto di Londra fanno da set. La storia inizia con una ragazza che lavora in una casa editrice ed ha una storia d’amore con il titolare, ormai fidanzato. Tutto fila liscio fino a che lo scrittore “dalle uova d’oro” dell’agenzia letteraria scompare con l’ultimo libro ancora da consegnare e Sara viene spedita dal fidanzato fino in Alaska per recuperarlo. Sara è sorpresa dalla scelta del titolare ma decide di partire, capirà dopo perché il fidanzato l’ha allontanata. Qui comincia la parte Young Adult del libro: la scelta del cambiamento. Ma non incontra vampiri, licantropi, fantasmi; solo uno scrittore folle che le spara sull’uscio di casa con un fucile a proiettili di gomma. Perdonatemi se vi ho anticipato questa scena ma è stata davvero buffa e non compromette niente, nessuno spoiler.

Ad Hope, Sara troverà l’amore e comincerà un percorso di catarsi che è crescita sia professionale che umana. Potrei dire che da ragazza diventa donna.

Il libro non risparmia incontri sessuali piccanti ed emozioni forti che, del resto, rendono credibile la crescita del personaggio. Non posso entrare di più nei dettagli perché vi rovinerei la lettura.

Il libro dosa sapientemente: passione, amore, rabbia e una rivincita tutta al femminile. L’autrice dimostra un’ottima padronanza della narrazione, non ci sono punti deboli.

Una buona storia, divertente da leggere. 
 
 

lunedì 11 marzo 2013

Il profumo dei libri: Una settimana di regali: 1° giorno

Condivido questa bellissima iniziativa di Alessia ^_^ e partecipo, una settimana di libri in regalo, come potrei lasciramela sfuggire? E voi?
Il profumo dei libri: Una settimana di regali: 1° giorno: Buondì bellissimiiiiiiiiiiii, il compleanno del blog si avvicina e non potevo di certo evitare di festeggiare con voi... Da oggi, per tut...

sabato 9 marzo 2013

recensione: 1984 di George Orwell


Buon sabato miei cari lettori, 
finalmente posto la recensione di questo classico. 
Mille volte mi sono detta di leggerlo ma poi novità editoriali hanno scalato la classifica della mia lista lettura, fino a che ho deciso di partecipare alla challenge del blog Storie dentro Storie, l’obiettivo è leggere almeno 12 classici nell’arco dell’anno. Sicuramente sono indietro ^_^, è marzo, e 1984 è il primo classico letto, ma ecco … non mi aspettavo che sarebbe stata così difficile questa lettura. So cosa state pensando miei cari followers, no, non è stata la noia dei classici, né il linguaggio datato (è stato pur sempre scritto nel 1948), il vero problema è che Orwell è capace di regalare mille spunti di riflessione in una frase. Così per preservare la mia sanità mentale ho letto piano, piano. 
 
 
Scheda tecnica:
Titolo: 1984
Autore: George Orwell
Editore: Oscar Mondadori
Pagine: 312
Versione letta: cartacea stampata nel 1989 (ok l’ho rubata ;D)

Trama:

1984, Londra. Il mondo è diviso in tre iperstati simili e in guerra fra loro. In Oceania la società è governata secondo i principi del Socing, il socialismo inglese, dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Tutto è permesso, non c’è legge scritta. Tranne pensare, se non secondo il Socing. Tranne amare, se non per riprodursi. Tranne divertirsi, se non con i programmi Tv di propaganda. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo post-nucleare, “l’ultimo uomo in Europa” (questo il titolo che avrebbe preferito Orwell) e la sua compagna lottano disperatamente per conservare un granello di umanità. Wiston è dominato dall’idea che i prolet se si ribellassero potrebbero sovvertire il Partito e distruggerlo e si convince che esiste una resistenza, chiamata Fratellanza. Incontra Julia e si amano di nascosto dal Partito ed infine entra fra i ribelli, ma niente è come sembra. 

La mia recensione:



Questo classico più che una semplice lettura è un'esperienza. Anni fà, mi è capitato di partecipare ad un seminario di danza Butoh, danza espressiva giapponese che alterna movimenti lentissimi a convulsioni frenetiche, *se non avete mai visto uno spettacolo ve lo consiglio, la forza narrativa è devastante*; la lettura di 1984 ha aperto i rubinetti di canali emotivi inesplorati come il butoh. Crederete che sia pazza *un pò forse* ma mi piace sperimentare cose nuove ^_^. Nel seminario di butoh abbiamo camminato lentamente in linea retta verso le nostre emozioni e, anche se non mi crederete perchè bisogna provare per comprenderla a pieno, un groviglio di sentimenti sono esplosi ed emersi. 1984 ha avuto la stessa forza: camminare in linea retta attraverso le paure del genere umano. Ed è stato un lento scivolare.
Nelle prime 50 pagine non ho fatto altro che pensare: “Come può aver immaginato tutto questo nel 1948??!!” e nelle successive 50: “come può essere ancora così attuale questo libro??!”, infine superate le 150 ho cominciato ad amare Julia e la debole speranza di libertà dal Partito e dal Socing. E ho sperato talmente tanto che quando Wiston viene catturato dalla psicopolizia per aver amato al di fuori delle regole del partito e per aver cercato di diventare un suo nemico, la tortura che il personaggio subisce, è stato terrore ed ansia anche per me. Urlavo basta! Urlavo prendete Julia! Sono sbiancata ed inorridita al pensiero di una maschera piena di … questo ve lo risparmio, sia nel caso che vogliate affrontare questa lettura, sia perché è un vero cazzotto nello stomaco.
Alla fine di questa lettura mi sono sentita disorientata, stanca e con la testa in confusione, perché la speranza che attendevo per il finale non c’è. Il realismo distopico di Orwell è travolgente e agghiacciante.
Scusate se ho iniziato dalle sensazioni, ma avevo il bisogno fisico di liberarmene. Affermare che 1984 è il libro padre a cui hanno ripreso a piene mani tutti i distopici successivi è come scoprire l’acqua calda, ma solo ora che l’ho letto mi sono resa conto di quanto Orwell ha influenzato gli scrittori di questo genere.
La complessità del mondo che ha costruito è senza eguali, l’autore è arrivato persino a teorizzare principi di una lingua del partito, la neolingua; ma ciò che anima il libro e che mi ha lasciata sconvolta fin dalle prime pagine è la manipolazione del passato, per aver ragione nel presente. Se non abbiamo un passato, il presente è debole e il futuro non esiste. Orwell utilizza il principio base della narrazione, l’intreccio del tempo, e lo scardina, lo mette in mano al Partito come strumento di potere. Questo è l’elemento più angosciante della narrazione, non un Grande Fratello che osserva tutto e tutti dai teleschermi, la cosa sconvolgente è che non c’è un passato, non c’è un termine di confronto, è impossibile dimostrare che il Partito non ha ragione. Viene negato il principio logico del ragionamento. E da questa spirale folle, il personaggio di Wiston non riesce ad uscire, ed lui che materialmente cambia il passato per il Partito, lavorando al Ministero delle comunicazioni, e per questo non si dà pace.
La ricerca della verità è impossibile. Non ho potuto fare a meno di pensare all’affollamento di informazioni che oggi ciascuno di noi subisce attraverso la tv e il web, e al rischio che, se si perde la cognizione storica della comunicazione, tutto è valido nel presente, tutto è solo nella mente, tutto è vero. Quante volte, soprattutto nella politica di oggi, assistiamo a campagne elettorali da “lavaggio del cervello” in cui vogliono far dimenticare agli elettori quanto non fatto fino al giorno prima? Forse Orwell è la campagna elettorale italiana appena conclusa sono una coppia poco salutare per fare ragionamenti compiuti ^_^ ma concedetemelo!
Questo libro è meraviglioso, ma preparatevi a lacrime e sangue, è una lettura densa ed impegnativa.
Voglio lasciarvi con un’altra citazione.
Alla fine mi sono accorta di aver sottolineato mezzo libro, ma ogni passaggio incontrato mi sembrava un capolavoro.

<<”Come fa un uomo ad affermare il suo potere su un altro uomo, Wiston?”
Wiston ci pensò un po’ su.
“Facendolo soffrire” disse infine.
“Esattamente. Facendolo soffrire. L’obbedienza non basta. Se non soffre, come si fa a essere sicuri che egli non obbedisca alla sua volontà, anziché alla tua? Il potere consiste appunto nell’infliggere la sofferenza e la mortificazione. Il potere consiste nel fare a pezzi i cervelli degli uomini e nel ricomporli in nuove forme e combinazioni di nostro gradimento. Riesci a vedere, ora, quale tipo di mondo stiamo creando? Esso è proprio l’esatto opposto di quella stupida utopia edonistica immaginata dai riformatori del passato. Un mondo di paura, di tradimenti e di torture, un mondo di gente che calpesta e di gente che è calpestata, un mondo che diventerà non meno, ma più spietato, man mano che si perfezionerà. Il progresso, nel nostro mondo, vorrà dire soltanto il progresso della sofferenza. Le civiltà del passato pretendevano di essere fondate sull’amore e sulla giustizia. La nostra è fondata sull’odio.
                                                        George Orwell, 1984, Mondadori>>



giovedì 7 marzo 2013

Hybrid + 1recensione = Y Ambassador

Hybrid + 1 recensione = Y Ambassador!!
Una nuova "equazione" circola fra i book blog da oggi, sono le regole per diventare Y Ambassador. 
Giunti è alla ricerca di altri 10 Ambassador e questa volta si potrà entrare a far parte del team grazie alla propria opinione sul libro di Kat Zhang, ultimo esordio in casa Giunti Y. 
Da Ambassador non posso che fare un grande in bocca al lupo a tutti, la lotta sarà durissima ma una bellissima esperienza vi aspetta!
Per quanto mi riguarda non vedo l'ora di leggere "Hybrid, quel che resta di me", la trama mi ha catturato dalla primissima anteprima trapelata sul blog Y.

Questa è la trama:
In un mondo alternativo, ogni persona nasce con due diverse personalità, due anime. Con il passare del tempo, in modo naturale, l’anima dominante prende il sopravvento e quella recessiva viene dimenticata, scompare come un amico immaginario che ci ha tenuto compagnia solo nell’infanzia. Il sopravvivere delle due anime dopo la pubertà è illegale e visto dalla società come un’aberrazione da correggere.
Ma in Addie, nonostante i suoi sedici anni, è ancora presente Eva, la sua seconda anima. Rannicchiata nella mente di Addie, Eva interagisce con l’altra parte di sé: come due vere sorelle si amano, si proteggono, ma possono diventare anche gelose l’una dell’altra.
Nonostante tutti i tentativi per difendere e nascondere l’esistenza della debole Eva, il segreto di Addie viene scoperto.
 
QUI trovate tutte le regole per partecipare e diventare Y Ambassador! 
QUI la scheda del libro.

martedì 5 marzo 2013

Perfetto, la citazione della settimana


Buon martedì cari Lettori,
torna l'appuntamento con la rubrica settimanale QUOTES YOUR LOVED BOOK. 
Questa settimana il libro a cui ho rubato un estratto è Perfetto di Alessia Esse, autrice italiana che ha scelto la strada dell'autopubblicazione per la sua trilogia di Lilac. Ho appena finito di leggere il primo libro Perfetto, la mia recensione la trovate sul blog community di cui faccio parte Italians do it better Books Edition. Questo non significa che non troverete più recensioni qui su Silvia Daveri Autori al blog, ma solo che leggerò di più ^_^ e in ogni caso le mie recensioni di autori italiani le potrete trovare attraverso la pagina indice del mio blog. 
Superate le informazioni di servizio, ho scoperto in Alessia Esse una brava autrice e la sua trilogia merita di essere letta. Perfetto è davvero una storia originale e interessante. 
Da tocana non potevo non adorare questa parte in cui si descrive la mia regione post bellica e ho deciso di condividerla con voi. 
Per chi fosse curioso circa la trama del libro, eccovi soddisfatti.

Trama: 

In un futuro non molto lontano, la popolazione è composta esclusivamente da donne. La Sindrome ha ucciso tutti gli individui di sesso maschile, e la riproduzione è possibile solo grazie al midollo osseo. Gli effetti della Sindrome sono stati talmente devastanti per le donne sopravvissute che ricordare quei giorni è proibito, così come è proibito parlare degli uomini. Musica, film, libri, arte: tutto quello che riguarda il genere maschile è sepolto sotto il dolore.

Nel paesino francese di Malorai, un angolo di paradiso ai piedi di una cascata, Lilac Zinna si prepara al diploma. Diciassette anni, un amore sconfinato per la Storia Moderna e per le regole, Lilac sta per diventare un'insegnante, coronando il suo sogno e quello della nonna Francesca, che si occupa di lei da quando è nata. Lilac è al settimo cielo, e non solo perché sta per diplomarsi: alla cerimonia solenne parteciperà anche Vega G, la donna a capo del governo femminile che regola il mondo.
E quando Vega G si mostra eccezionalmente interessata alla vita di Lilac, arrivando perfino ad offrirle un lavoro per il governo, Francesca - che nasconde un segreto tanto importante quanto pericoloso - decide di affidare sua nipote a qualcuno che avrà il compito proteggerla: due uomini.

Nel viaggio che la porterà lontano da Malorai e da tutto ciò in cui ha finora creduto, Lilac conoscerà un mondo nascosto, imparerà che il cuore può battere forte, e non solo per paura, e scoprirà chi è davvero Vega G.